
Una panoramica dettagliata sui costi di ricovero ospedaliero in Italia svela un paradosso: il Nord investe di più e costa di meo, il Sud arranca.
La realtà dei costi ospedalieri: Nord e Sud sempre più lontani
Il Programma Nazionale Esiti 2023, pubblicato da AGENAS, fotografa con precisione la situazione dei costi e delle performance ospedaliere in Italia.
L'analisi dei dati rivela una marcata differenza nei costi di ricovero ospedaliero tra le diverse regioni.
Le regioni del Nord come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto investono maggiormente nella qualità e nell'efficienza dei servizi ospedalieri, garantendo strutture più performanti e tempi di intervento più rapidi.
Le regioni del Sud, invece, come Calabria, Sicilia e Campania, mostrano costi di ricovero inferiori, ma a discapito di standard qualitativi più bassi e tempi di trattamento spesso più lunghi.
Secondo quanto evidenziato anche dal portale NurseTimes, il costo medio di un ricovero in alcune strutture del Sud supera i 5.000 euro, paragonabile a una "suite di lusso", mentre al Nord, in strutture di alta efficienza, il costo si avvicina a quello di un "bed & breakfast".
Questo paradosso mette in evidenza come i costi più elevati al Sud non sempre corrispondano a una migliore qualità dell'assistenza.
Costi medi di ricovero: chi spende di più e chi di meno
Secondo i dati del report AGENAS:
Lombardia registra i costi medi più elevati per ricovero, grazie anche a una maggiore complessità dei casi trattati e a una più alta specializzazione delle strutture.
Emilia-Romagna e Veneto seguono a ruota, mantenendo standard di qualità molto alti.
Campania, Calabria e Sicilia si posizionano invece tra le regioni con i costi più bassi, spesso correlati a una minor efficienza nei percorsi di cura e a infrastrutture sanitarie meno aggiornate.
Nonostante questo, l'inefficienza e la cattiva gestione fanno lievitare i costi dei ricoveri al Sud, portandoli a livelli sproporzionati rispetto alla qualità offerta, come sottolineato anche da diverse analisi indipendenti.
Le differenze qualitative: un problema di equità
Oltre ai costi, emergono differenze sostanziali nella qualità dell'assistenza.
Al Nord è più probabile ricevere interventi urgenti come l'angioplastica in tempi adeguati (entro 90 minuti per STEMI).
Al Sud la mortalità a 30 giorni per infarto o ictus ischemico risulta più elevata.
Un esempio? Nel caso della frattura del femore negli over 65, il 53% dei pazienti viene operato entro 48 ore a livello nazionale, ma con forti differenze: Emilia-Romagna e Veneto superano il 60%, mentre Calabria e Sicilia restano sotto il 40%.
Focus sui ricoveri chirurgici oncologici
Per quanto riguarda gli interventi per tumore maligno della mammella:
Nel Nord Italia, oltre l'80% delle pazienti viene trattato in strutture ad alto volume.
Nel Sud, questa percentuale scende drasticamente, compromettendo l'efficacia delle cure.
Questo gap si riflette non solo sui costi, ma soprattutto sugli esiti di salute.
Perché il Sud è meno efficiente?
Le cause sono molteplici:
Minore investimento pubblico nella sanità.
Minor numero di strutture ad alta specializzazione.
Ritardi nei programmi di aggiornamento tecnologico.
Forte migrazione sanitaria verso Nord.
Paradossalmente, il costo inferiore per ricovero è indice di una sanità meno capace di gestire casi complessi.
Tuttavia, come sottolineato da NurseTimes, in alcuni casi la gestione inefficiente e le lunghe degenze non necessarie fanno "lievitare" i costi senza migliorare la qualità percepita dai pazienti.
Le conseguenze della disparità
Emigrazione sanitaria: ogni anno migliaia di pazienti del Sud si trasferiscono al Nord per ricevere cure migliori.
Crescita dei costi sociali: viaggi, trasferte e assenze dal lavoro aumentano il costo reale della sanità.
Inefficienza sistemica: ospedali sovraccarichi al Nord e desertificazione sanitaria al Sud.
Come osservato nel report NurseTimes, il fenomeno della "fuga sanitaria" pesa non solo sui bilanci regionali, ma mina anche la fiducia dei cittadini nel proprio sistema sanitario locale.
Cosa serve per colmare il divario
Investimenti strutturali e tecnologici nel Mezzogiorno.
Formazione e valorizzazione del personale sanitario.
Potenziare la rete di emergenza-urgenza.
Creare centri di eccellenza anche nel Sud.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una grande opportunità, ma servirà un controllo rigoroso su come saranno utilizzati i fondi.
Senza una gestione trasparente e meritocratica, come evidenziato da numerosi analisti, il rischio è perpetuare il circolo vizioso di sprechi e disservizi.