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Aspirina contro le metastasi: una nuova speranza nella terapia oncologica

2025-03-11 06:00

Redazione

Notizie, Ricerca e Innovazione,

Aspirina contro le metastasi: una nuova speranza nella terapia oncologica

Una ricerca rivela un nuovo meccanismo che potrebbe migliorare l’efficacia delle terapie oncologiche sfruttando farmaci di uso comune.

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Un recente studio condotto dai ricercatori dell'Università di Cambridge (Gb) ha evidenziato il potenziale dell'aspirina nel potenziare la risposta immunitaria contro le metastasi tumorali, aprendo nuove prospettive nella lotta contro il cancro. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare l'approccio terapeutico attuale, offrendo un'arma in più nella prevenzione della diffusione tumorale.

Un aiuto contro le metastasi: il ruolo dell'aspirina

 

Le metastasi rappresentano la principale causa di morte per cancro a livello globale, essendo responsabili del 90% dei decessi oncologici. Il processo di disseminazione delle cellule tumorali dagli organi primari a quelli distanti è un momento critico, in cui le cellule metastatiche risultano più vulnerabili, poiché prive dell'ambiente immunosoppressivo tipico dei tumori consolidati.

Uno studio pubblicato su Nature ha rivelato che questa fase può essere sfruttata per prevenire la recidiva nei pazienti con forme iniziali di cancro a rischio di metastasi. Questa scoperta sottolinea l'importanza della ricerca mirata a individuare punti di fragilità nelle cellule tumorali prima che esse diventino resistenti alle terapie attuali.

 

Il meccanismo d'azione: la cicloossigenasi-1 e il trombossano A2

I ricercatori di Cambridge hanno scoperto che gli inibitori della cicloossigenasi-1 (Cox-1), tra cui la comune aspirina, possono liberare i linfociti T dall'effetto soppressivo del trombossano A2 (TXA2), una molecola derivata dalle piastrine. Questa scoperta suggerisce che l'attivazione del sistema immunitario possa essere stimolata utilizzando farmaci già disponibili e largamente usati per altre patologie.

 

Il TXA2 agisce sui linfociti T attivando un percorso immunosoppressivo mediato dal fattore di scambio guaninico ArhGef1, che ostacola la proliferazione e la funzione di difesa dei linfociti T contro le metastasi. Questo meccanismo inibisce la capacità del sistema immunitario di attaccare e distruggere le cellule metastatiche, facilitando così la loro diffusione nell'organismo.

Gli esperimenti su modelli murini e le prospettive terapeutiche

 

Studi condotti su modelli murini hanno dimostrato che la delezione del gene ArhGef1 nei linfociti T porta a una maggiore attivazione del sistema immunitario nei siti metastatici, provocando un rigetto immunitario delle metastasi polmonari ed epatiche. Questi risultati sono di fondamentale importanza, poiché suggeriscono che un intervento mirato su questo gene potrebbe rafforzare la capacità del corpo di difendersi dalle metastasi.

 

Inoltre, la riduzione della disponibilità di TXA2, ottenuta tramite:

  • L'uso di aspirina;
  • Inibitori selettivi della Cox-1;
  • Delezione della Cox-1 nelle piastrine;

ha determinato una significativa riduzione del tasso di metastasi

Questi risultati dimostrano che la modulazione della produzione di TXA2 potrebbe rappresentare una strategia efficace per ridurre il rischio metastatico nei pazienti oncologici.

 

Un nuovo approccio all'immunoterapia oncologica

Questa ricerca fornisce una spiegazione dettagliata del meccanismo con cui l'aspirina potrebbe svolgere un'azione antimetastatica, aprendo la strada a nuove strategie terapeutiche.

 

L'idea di sfruttare farmaci già ampiamente utilizzati per sviluppare immunoterapie più efficaci contro le metastasi cancerose potrebbe rappresentare una svolta importante nella lotta contro il cancro. 

La possibilità di combinare l'aspirina con altre terapie immunomodulanti potrebbe migliorare ulteriormente l'efficacia dei trattamenti esistenti.

 

Ulteriori ricerche saranno necessarie per valutare la sicurezza e l'efficacia di questa strategia nei pazienti umani, ma i dati preliminari sono estremamente promettenti. L'aspirina, un farmaco semplice e poco costoso, potrebbe diventare un'arma potente nella lotta contro le metastasi, riducendo significativamente la mortalità associata al cancro.

 

Continueranno gli studi per comprendere al meglio il potenziale terapeutico di questi farmaci e per valutare la loro efficacia nei pazienti oncologici.

 

Questa scoperta non solo accende una nuova speranza per i malati di cancro, ma dimostra anche l'importanza di investire nella ricerca scientifica per trovare soluzioni innovative e accessibili per combattere le patologie più letali del nostro tempo.

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